Bologna, 3 mag. – Come si possono attirare nuovi talenti nel sistema cooperativo? Come si possono portare nuove idee e metodi innovativi e sostenibili nella filiera dell’agrifood bolognese?
Se lo sono chiesti i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato alle seconda edizione di un Hackaton organizzato da Legacoop Bologna in collaborazione con il DISTAL, il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna, presso la Fondazione Barberini di Bologna.
Una decina di tavoli operativi dove mettere in pratica gli insegnamenti universitari, validare le proprie idee innovative e portarle all’attenzione di un sistema, quello cooperativo, che nella filiera agro alimentare si muove dalla produzione di prodotti agricoli fino alla vendita passando attraverso la trasformazione, la distribuzione fino alla ristorazione.
“La cosa che abbiamo notato”, ha commentato Roberta Spadoni, Professoressa associata del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Universita di Bologna, “è che i ragazzi e le ragazze dei nostri corsi, apprezzano queste attività, soprattutto quando iniziano ad entrare nel mondo del lavoro, perché si ricordano di esperienze che hanno fatto e poi la tirano fuori quando è necessario.”
L’Hackaton è una delle attività previste dal protocollo d’intesa siglato dal Distal, il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna e Legacoop Bologna, andando a rafforzare un proficuo rapporto di scambi e sinergie che continua a crescere nel corso degli anni.
“Gli anni di collaborazione col Distal ci hanno portato frutti importanti” , ha commentato la Presidente di Legacoop Bologna Rita Ghedini, “grazie all’utilizzo del metodo dell’open innovation nel rapporto con gli studenti e con i ricercatori che hanno la capacità di portare idee nuove, metodi nuovi dentro il tessuto delle nostre imprese, orientandoli sempre di più alla sostenibilità, che è un argomento di grande interesse per le giovani generazioni e che per noi è l’altra faccia dell’innovazione.”
Innovazione con un’attenzione rivelatasi ormai sempre più necessaria verso la sostenibilità, perché “una sostenibilità sostanziale, trasformativa, non di facciata, passa necessariamente attraverso l’innovazione tecnologica, l’innovazione nei metodi e l’innovazione nei prodotti” ha concluso Rita Ghedini.
Non per ultimo l’obiettivo del rinnovamento generazionale, che includa un metodo per “rendere attrattivo il sistema cooperativo” per le nuove generazioni di oggi e quelle di domani.
“Questo è un accordo di cui siamo molto contenti, perché ogni volta che c’è una relazione tra l’università e il mondo cooperativo è sempre un vantaggio” ha concluso la prof. Roberta Spadoni.