La siccità non molla e ormai l’Italia sta entrando in una fase di emergenza.
Priorità per tutti è il risparmio idrico. Nelle case così come in agricoltura.
Eppure proprio nel settore agricolo è da tempo in atto una importante attività di ricerca, senza la quale la situazione oggi sarebbe catastrofica.
Il Consorzio per il Canale Emiliano Romagnolo (Cer) ad esempio, la società che gestisce una delle più importanti opere idrauliche italiane, da decenni si occupa di sviluppare soluzioni innovative per l’agricoltura nel campo dell’irrigazione.
A Budrio, a pochi chilometri da Bologna, il Cer ha creato un laboratorio altamente specializzato che si occupa sperimentare, testare e poi proporre alle imprese agricole nuovi modi di fare irrigazione, con la consapevolezza che l’acqua è un elemento prezioso che va il più possibile preservato. Il centro di ricerca si chiama Acqua Campus ed è un enorme laboratorio a cielo aperto: 12 ettari dove vengono testate quelle che saranno le soluzioni tecnologie dell’agricoltura 4.0.
Un’agricoltura cioè basata sui dati, dove le decisioni vengono decise dopo aver consultato tabelle e grafici generati ad esempio da sensori intelligenti impiantati nel terreno.
“Parliamo di sensori collegati in rete, macchine capaci di dosare l’acqua in base alle informazioni che ricevono in tempo reale, mappe irrigue create attraverso una rete di sensori e informazioni che coprono gran parte d’Italia”, spiega Stefano Anconelli, Direttore ricerca e sviluppo agronomico del Cer.
Secondo Anconelli sono sempre di più gli agricoltori che, singolarmente o attraverso le loro organizzazioni di rappresentanza, “stanno contattando il Cer per capire come migliorare la gestione irrigua”.
Altro gioiello italiano è la rete Irriframe, un servizio gratuito e pubblico che permette agli agricoltori di disporre di consigli irrigui regolari, cioè di puntuali informazioni – basate su dati scientifici – per irrigare in maniera efficiente e senza sprechi. Come funziona Irriframe? Nato in Emilia-Romagna e diffusosi in 16 regioni italiane, Irriframe è in grado di elaborare una serie di dati meteo forniti dai servizi meteo, di dati sui suoli fornito dal servizio geologico regionale e di parametri colturali e modelli elaborati dalla Fao, ogni agricoltore interessato può ricevere giorno per giorno via sms o attraverso il web indicazioni su quanto e come bagnare il proprio campo.
“In Emilia-Romagna il 70% delle superfici coltivate è coperto da Irrinet, parliamo di 170 mila ettari irrigati su 240 mila ettari complessivi”, spiega Anconelli. Altre regioni dove Irrinet è molto utilizzato sono il Veneto e il Lazio.
I vantaggi? Dopo una serie di prove nel suo Acqua Campus, il Cer ha stabilito che seguire i consigli del sistema può portare ad un risparmio del 30-40% in termini di consumo idrico.
Non è tutto però. Recentemente è stata implementata la possibilità di inserire le foto satellitari nel modello matematico di elaborazione di Irrinet. Ogni 3-5 giorni sull’Italia passano i satelliti Sentinel europei, macchine capaci non solo di scattare foto classiche (nuvole permettendo), ma anche di rilevare bande spettrali capaci di misurare, attraverso il colore, l’indice di maturazione della vegetazione.
“Tutte queste informazioni ci permettono di sapere quando e quanto irrigare”, spiega il prof Stefano Caselli dell’Università di Parma, coordinatore del progetto Positive, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con lo scopo di diffondere e mettere a sistema l’irrigazione e la fertirrigazione di precisione.
I risultati dell’integrazione delle foto satellitari in Irrinet dicono che si potrebbe raggiungere un ulteriore 10% di risparmio idrico, se il sistema fosse diffuso e utilizzato massicciamente dagli agricoltori.