Rigenerare la lana di roccia esausta, evitando produzione di rifiuti e costi per le imprese agricole che devono smaltire. Nello stesso tempo, grazie al riutilizzo del prodotto e al mix con matrici minerali e organiche, permettere a quelle stesse imprese di non usare la costosa torba del nord Europa. Sono i meriti di Fertyrock, il progetto ideato da Filippo Ghirardi, magistrale in scienze e tecnologie agrarie all’Università di Bologna. Fertyrock vuole rappresentare una soluzione per tutti quei vivai che hanno bisogno di substrati fertili e privi di torba. Un mercato in crescita impetuosa: secondo alcune stime da qui al 2050 potrebbe quadruplicare la sua dimensione.

Per queste sue caratteristiche innovative e sostenibili il progetto Fertyrock ha vinto i 1500 euro del Premio studenti della Call4ideas di Think4Food, il progetto di open innovation di Legacoop Bologna che mette in connessione le imprese cooperative bolognesi con startup, ricercatori e studenti universitari che hanno idee innovative per lo sviluppo sostenibile nel settore agroalimentare.

“Fertyrock è un substrato per la coltivazione delle piante in vaso nel florovivaismo, e si basa sulla lana di roccia riciclata – spiega Ghirardi – Attualmente la lana di roccia è molto usata come substrato inerte nel campo dell’orticultura fuori suolo, ad esempio nella coltivazione idroponica di pomodori e altri ortaggi. Alla fine della coltivazione la lana di roccia deve essere smaltita come un rifiuto speciale, con costi importanti. Il progetto Fertyrock riassembla con un processo meccanico e biologico le fibre di lana di roccia, e crea un valido sostituto ai substrati a base di torba”. Un doppio vantaggio quindi, secondo Ghirardi. La lana di roccia viene dunque da un lato riutilizzata invece che diventare un rifiuto, dall’altro la torba resta dov’è, evitando gli alti costi di trasporto, di solito su gomma, e le altre conseguenze ambientali derivanti dallo sfruttamento dei giacimenti concentrati nelle lontane paludi lituane.

Cosa manca ancora a Fertyrock per trasformarsi in un’idea imprenditoriale di successo? “Prima di tutto – spiega Ghirardi – bisognerà testare la reale fattibilità agronomica attraverso una serie di sperimentazioni scientifiche, successivamente si potrà ulteriormente affinare e validare l’idea e testarne la sostenibilità a livello produttivo ed economico”.

Think4Food è un progetto di Legacoop Bologna, realizzato con il contributo della Camera di Commercio di Bologna e in collaborazione con Legacoop Agroalimentare, Legacoop Imola, Confcooperative Bologna, AlmaVicoo, Almacube, Innovacoop, Art-ER, Fondazione Fico, Impronta Etica e Future Food Institute. La Call4ideas è stata riservata a giovani under 40 che stanno sviluppando un’idea innovativa per contribuire al raggiungimento di uno o più dei 17 Sustainable Development Goals della Agenda Onu 2030.

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