Ogni anno finiscono in mare 8 milioni di tonnellate di plastica, nella “top ten” dei rifiuti più rinvenuti troviamo le cannucce dei nostri drink: un oggetto monouso generalmente utilizzato per pochi minuti ma che può inquinare per sempre, causando diversi danni all’ambiente. Per fortuna le cannucce rientrano nella lista degli oggetti che la recente Direttiva Europea sulla riduzione della plastica monouso metterà al bando a partire dal 2021, ma molte realtà si stanno già muovendo per abolirne l’uso o per proporre soluzioni alternative. Fra queste, un’interessante idea arriva dal Vietnam, dove un uomo di nome Tran Minh Tien ha inventato delle cannucce biodegradabili realizzate con gli steli di un’erba nota come “Lepironia articulata”, molto diffusa nella regione del Delta del Mekong. I gambi vuoti vengono raccolti, lavati, tagliati fino a 20 centimetri e ripuliti all’interno prima della pulizia finale e della spedizione che avviene in pacchi da 100 pezzi avvolti in foglie di banano.
Oltre alle cannucce “fresche” che durano due settimane in frigorifero, sono disponibili anche quelle essiccate che vengono stese al sole per un paio di giorni e poi cotte in forno, e possono durare fino a sei mesi. «L’erba cresce naturalmente e le cannucce non vengono trattate con prodotti chimici o conservanti», spiega sul suo sito Tran Minh Tien secondo cui, oltre a non alterare il sapore delle bevande, esse sono ricche di fibre e masticarle dopo i pasti aiuta a pulire i denti. Inizialmente pensate come oggetto monouso, le cannucce d’erba possono essere lavate e riutilizzate fino a quando non si deteriorano, e poi possono essere smaltite fra i rifiuti organici. Un’alternativa sostenibile per imparare a voler bene ai nostri mari e alle numerose specie che lo popolano.
di Teresa Panzarella