Sfruttare gli scarti delle filiere agricole per realizzare qualsiasi cosa si possa stampare con la tecnologia della stampa in 3D, dall’abbigliamento all’arredamento, dal packaging ai giocattoli. È l’idea della startup siciliana Kanèsis che ha voluto rendere più sostenibili i processi produttivi industriali. Come? Cominciando dal gambo della pianta della canapa che, avendo un elevata concentrazione di cellulosa, può fornire sia forza che flessibilità all’oggetto stampato in 3D. I fondatori della startup hanno ideato“Hemp bio plastic”, un materiale forte, resistente, flessibile e biodegradabile derivante dalla pianta della canapa e quindi naturale e compostabile. Il materiale ottenuto è compatibile con la stampa 3D e può essere, quindi, utilizzato per realizzare oggetti di ogni tipo. A stampare gli oggetti in 3D con i filamenti di canapa (ma anche da filamenti derivanti dagli scaeti dei pomodori) ci si avvale di “Hemprinted”, azienda che si occupa di realizzare on-demand qualsiasi tipo di gadget o prodotto. «Il rispetto per l’ambiente, l’interesse per una produzione sostenibile, l’utilizzo delle risorse naturali e degli scarti di lavorazione della terra sono per Hemprintend l’unico modo per avviare una completa sostituzione dei derivati del petrolio». si legge sul loro sito.
Il progetto di Kanesis potrebbe presto coinvolgere anche altri settori industriali: dalle buste di plastica agli utensili da lavoro, dall’imballaggio agli oggetti di tutti i giorni come piatti e posate. «In un momento di cambiamenti climatici senza precedenti e di accelerazione del rischio di estinzione, dobbiamo stabilire approcci ecocompatibili alla plastica per contribuire a ridurre la nostra impronta negativa su questo pianeta. Non sarà un’impresa facile», scrivono i fondatori di Kanesis sul loro sito web.
Foto: dalla pagina Facebook Kanesis