Un orto sollevato all’interno di un contenitore quadrato di legno diviso in 9 quadrati che producono fino a 9 ortaggi diversi, tutto in circa un metro quadrato e mezzo, compresi gli spazi per girarci attorno. Stiamo parlando di “Ortoquadrato”, un progetto di agricoltura sociale realizzato nel 2016 dalla Fattoria e cooperativa Capovolti che, nella provincia di Salerno lavora con persone disabili. L’Ortoquadrato, importato dall’idea iniziale dello statunitense Mel Bartholomew e dalla reinterpretazione francese di Anne Marie Nageleisen, può ridurre il consumo medio di acqua e favorire la biodiversità perché organizzato su base biologica. il fattore determinante del progetto è l’accessibilità per chiunque.
«Il rapporto con le piante consente di lavorare sulle emozioni, sull’empatia e sull’emersione di stati emotivi e affettivi complessi, positivi come più critici», si legge sul sito della cooperativa. Un’idea in linea con l’obiettivo 8 dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile, che invita a «garantire un lavoro dignitoso per donne e uomini, compresi i giovani e le persone con disabilità».