
Un mondo in cui tutte le persone abbiano uguale accesso alle risorse, soprattutto all’acqua. È il sogno che cercano di realizzare i fondatori di Wami: Water with a mission, un’azienda milanese che realizza progetti idrici in villaggi bisognosi dell’Africa. Per ogni bottiglia della loro acqua Wami acquistata, vengono donati 100 litri alle popolazioni che ne hanno bisogno. E con 10mila bottiglie vendute, l’azienda è in grado di allacciare un rubinetto di acqua potabile per un’intera famiglia.
Tutto comincia analizzando il sottosuolo per trovare una falda acquifera sicura e sostenibile, poi viene realizzato il progetto idrico per portare in superficie l’acqua e, tramite una rete di tubature, le case che non hanno le conduttire vengono allacciate all’acquedotto. Per ogni famiglia viene montato un rubinetto e gli abitanti del villaggio vengono formati per gestire le strutture donate. Solo dopo aver realizzato il progetto Wami recupera quello che è stato investito con la vendita delle bottiglie. «Non facciamo promesse ma realizziamo progetti: prima costruiamo i pozzi e poi recuperiamo l’investimento. Chiunque acquisti una bottiglia di WAMI sa già quale progetto sta contribuendo a realizzare», dichiarano gli ideatori e i fondatori Giacomo Stefanini e Michele Fenoglio
L’idea persegue il sesto obiettivo dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che prevede l’accesso universale a fonti sicure di acqua potabile e a servizi igienici adeguati. Nel mondo ci sono ancora oggi 663 milioni di persone che non hanno accesso stabile all’acqua, quasi il 10 per cento della popolazione mondiale (dati del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo). Il contributo di tutti può cambiare la vita di tanti, perché come affermano i fondatori di Wami «quando una comunità riceve l’acqua potabile migliorano anche le condizioni di salute, la disponibilità di cibo, l’istruzione e l’economia locale».
di Teresa Panzarella
Foto: pagina Facebook Wami