«Un modo migliore per connettere le persone con il cibo». Si presenta così la startup “Evaptainers” nata a Boston all’interno del Mit (Massachussets Institute of Technology), uno dei più autorevoli centri di ricerca degli Stati Uniti d’America che ha avuto l’idea di poter refrigerare gli alimenti al minor costo possibile e nelle zone del mondo dove manca l’elettricità. La startup, sostenuta dai finanziamenti di National Geographic, dell’Usaid (l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale) e dal Mass Cec (il Centro per l’energia pulita del Massachussets), ha inventato una borsa frigo pieghevole che non dipende dall’elettricità: si raffredda, fino a un massimo di 35°C, grazie all’evaporazione dell’acqua (è sufficiente un litro per due giorni) messa a contatto con una membrana speciale.

 

Secondo i fondatori, in Africa, a causa dell’impossibilità di conservare, il 45% dei prodotti coltivati si rovina prima di essere mangiato. Inoltre, il rapporto pubblicato nel 2018 dalla Iea (l’Agenzia internazionale dell’energia) ha confermato che l’11% della popolazione mondiale non ha accesso all’elettricità: la ricerca ha indagato il tema dell’energia prendendo come riferimento il settimo obiettivo dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile, che chiede di «assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni».

di Francesco Mazzanti

Foto: dalla pagina Facebook Evaptainers