Ripartire dalla terra, non come progetto, ma come ambizione. È ciò che hanno fatto i ragazzi di Terra di resilienza, una cooperativa che si occupa di agricoltura ed ecoturismo nel cuore del Cilento. Nata a Caselle in Pittari da un gruppo di giovani ritornati ai loro paesi d’origine dopo varie esperienze al Nord Italia, la cooperativa porta avanti diversi progetti: uno su tutti quello di un’agricoltura sociale fatta di recupero di tradizioni antiche e pratiche innovative allo stesso tempo. Attenzione al territorio e rispetto della fertilità del suolo sono le priorità dei soci, che coltivano varietà antiche di grano con l’ausilio di concimi naturali autoprodotti, sementi che amano definire “grani del futuro”.

Da qui nasce CumpaRete, una rete in cui, come si faceva un tempo, gli aderenti si scambiano i semi di differenti cultivar del territorio. Una pratica in uso nelle comunità contadine da secoli, che descrive una storia fatta di relazioni solidali, biodiversità, reciprocità e condivisione, nell’ottica dello sviluppo del territorio. 
La scelta di fare agricoltura sociale deriva dalla volontà di creare un modello replicabile. E in quest’ottica rientra la propensione ai progetti di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. «La terra è sempre stato teatro naturale dell’accoglienza – dice il presidente della cooperativa Antonio Pellegrino – Svantaggiati e deboli lo siamo un po’ tutti nella contemporaneità, noi coltiviamo la terra e questa ambizione di vivere insieme e con dignità in un territorio difficile, renderlo autonomo ed emanciparlo attraverso il lavoro agricolo». 

Di Teresa Panzarella 

Foto: Pagina Facebook Terra di Resilienza