«Guarda, guarda quanto miele fan le api nel cielo». Cosa direbbero oggi Sergio Endrigo e Vincíus de Moraes? I rumorosi insetti gialloneri, a causa di pesticidi e parassiti, sono minacciati dalla cosiddetta “sindrome di spopolamento degli alveari”: un fenomeno dannoso che sta privando la terra dei principali insetti impollinatori. La startup faentina “Beeing“, nata «dalla fusione della tradizione di famiglia con la passione per l’innovazione», offre prodotti per apicoltori e per chi desideri avvicinarsi al mondo delle api. Tra i servizi ideati dalla startup, oltre a corsi di formazione, viene offerta la possibilità, alle aziende, d’installare delle arnie Beeing e monitorare la qualità del proprio ambiente attraverso l’analisi del miele prodotto.
Inoltre, nelle città più popolate stanno aumentando i cosiddetti “alveari urbani”: spazi dove produrre miele da considerare sia come integratore di reddito che come spia per testare la qualità dell’aria e dell’ambiente. Le città dovranno diventare sempre più sostenibili, come sostenuto dall’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 pubblicata dall’Onu. Tra le idee della startup una delle più interessanti è sicuramente “B-hive“, l’arnia urbana da installare in terrazzo. «Il sistema brevettato permette di separare la zona in cui vivono le api da quella in cui depongono il miele, permettendoti di estrarlo in tutta sicurezza, senza bisogno di maschera e guanti, senza entrare in contatto con le api», scrive sul sito la startup.
Di Francesco Mazzanti
Foto: pagina Facebook “Beeing“